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10 Dec 2018

L'Università di Torino ricorda il professor Alfredo Milanaccio

Alfredo Milanaccio copia.png

Nato nel 1943, fu ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l'Ateneo torinese

Iniziò la sua attività di ricerca nell’industria torinese, dalla Fiat all’Aspera Motors. Lotte operaie e ambiente di lavoro, Mirafiori 1968-1974 (Einaudi, Torino, 1976), scritta con Luca Ricolfi, è una descrizione accurata e partecipata dei conflitti sull’ambiente di lavoro nel reparto Verniciatura delle Carrozzerie di Mirafiori. Era lo stesso reparto che un dirigente Fiat paragonò a “una bolgia dantesca”. Esaminato è anche il mutamento delle politiche aziendali sui rischi connessi al lavoro produttivo.

Gli interessi di Alfredo Milanaccio cambiarono in seguito, in coincidenza con la collaborazione con Luciano Gallino, verso temi e argomenti di sociologia generale prima, e di sociologia dei processi culturali poi. Nel Manuale di sociologia (1994), diretto da Gallino, scrisse i capitoli dedicati a “Sistema biopsichico”, “Popolazione, territorio e ambiente” e a “Scienza e tecnologia”. Nel 2001 pubblicò Mimosa, un modello ipermediale di monitoraggio sociale e ambientale per la ricerca sociologica e la didattica sui sistemi sociali territoriali intesi come eco-socio-sistemi, con il quale suggerì un percorso analitico e un linguaggio che intendevano superare il modello di sviluppo sostenibile a favore di un modello di società sostenibile. Questo lavoro fu selezionato dall’Associazione Italiana di Sociologia fra le venti migliori opere di sociologi italiani pubblicate nel quinquennio 1997-2002.

Contribuí fattivamente allo sviluppo nel nostro Paese di una sociologia del corpo con testi straordinariamente colti e capaci di aprirsi ai contributi di altre discipline, come Corpi. Frammenti per una sociologia (2009), in prosecuzione delle attività che lo avevano portato ad occuparsi di teoria dell’attore sociale e di coevoluzione delle popolazioni di sistemi biologici e delle popolazioni di sistemi socioculturali.

La collaborazione, alla fine degli anni Novanta, al progetto "FAR - Formazione aperta in rete" dell’allora Dipartimento di Scienze dell'Educazione e della Formazione dell'Ateneo torinese gli diede modo di dare forma alla sua concezione della conoscenza come "rete di conoscenze" e "conoscenza reticolare" e alla sua visione dell'apprendimento come connessione tra saperi disciplinari differenti, ma pure tra saperi scientifici e conoscenze diffuse, soggettive, non istituzionalizzate, tratte dall'esperienza anche quotidiana (in proposito, si veda il suo Sociologia. Cinque nodi, una rete del 2005).

È stato parte attiva del Comitato editoriale dei "Quaderni di Sociologia". È stato coordinatore della sezione “Teorie sociologiche e trasformazioni sociali” dell’Associazione Italiana di Sociologia dal 2002 al 2007.

(testo redatto con il contributo di Paola Borgna e Alberto Baldissera)

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