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28 May 2018

Io-Ascolto: il progetto per migliorare l’apprendimento dei bambini a scuola

Io-Ascolto: presentati i primi risultati

Finanziato da Fondazione CRT e realizzato dall'Università di Torino, dall'INRIM (Istituto nazionale di ricerca metrologica) e dal Politecnico di Torino, il progetto ha l'obiettivo di potenziare le capacità di apprendimento dei bambini a partire dai 5 anni

Sono stati presentati i primi risultati di Io-Ascolto, il progetto di ricerca che ha coinvolto 1000 piccoli studenti delle scuole torinesi per un periodo di tre anni. L’obiettivo? Migliorare le loro capacità di apprendimento e contrastarne i disturbi specifici (DSA), come la dislessia. “Le difficoltà dell’apprendimento e i disturbi correlati si evidenziano già nell’ultimo anno della scuola d’infanzia e nei primi anni della scuola primaria” dichiara ai microfoni di UniToNews Tiziana Sacco, la neuroscienziata dell’Università di Torino che ha progettato e coordinato il programma didattico. “Questo problema incide sull’autostima e sulla motivazione dei bambini, che provano sintomi di ansia, stress e demotivazione fin dall’inizio del loro percorso scolastico” specifica Sacco. Cominciare così presto con gli esercizi di potenziamento permette di sfruttare la plasticità neuronale dei bambini, che già dagli 8 anni comincia a diminuire.

Quindi, prima di un’eventuale diagnosi di DSA, si propone il programma didattico a tutta la classe: rispetto ai percorsi di potenziamento tradizionali, Io-Ascolto prevede l’uso di un software, progettato su criteri neuroscientifici, per testare le capacità iniziali di tutti i bambini e fornire così a ciascuno gli strumenti più adeguati per superare le difficoltà nell’apprendimento. “Ogni bambino deve avere il suo strumento, computer o tablet, che utilizza con le cuffie: in questo modo, ciascuno riceve direttamente gli input e mantiene l’attenzione per tutto il tempo” commenta Sacco. Ai bambini in difficoltà viene fornito un software specifico per il potenziamento, senza che né loro né i compagni lo sappiano, per evitare discriminazioni.

I risultati raggiunti sono incoraggianti, come evidenzia la neuroscienziata: “Siamo riusciti a ottenere, rispetto al gruppo di controllo, ovvero un gruppo di bambini della medesima età non potenziati, un incremento maggiore tra i test iniziali e i test finali che va oltre la loro crescita fisiologica”. I dati finora raccolti mostrano come i bambini che hanno seguito il percorso di potenziamento abbiano significativamente migliorato, tra le altre capacità, la velocità di lettura di un brano, l’attenzione uditiva e la velocità di lettura delle sillabe maiuscole.

Ascolta l’intervista a Tiziana Sacco.


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